Differenza tra 5 per mille, 8 per mille e 2 per mille

Durante la presentazione dei moduli per la dichiarazione dei redditi è possibile devolvere una parte della propria IRPEF ad alcune istituzioni attraverso il 5 per mille, l’8 per mille e il 2 per mille. In alternativa, chi non presenta dichiarazione dei redditi può destinare i fondi all’Irpef utilizzando, però, in questo caso la Certificazione Unica. I contribuenti non hanno alcun obbligo per legge a versare questi fondi, la scelta è assolutamente libera e personale e non richiede un pagamento ulteriore di nessuna tassa.

Vediamo, dunque, quali sono le principali differenze fra i tre strumenti.

Come destinare il 5 per mille

Il 5 per mille è la quota di Irpef che si intende destinare ad associazioni no profit, di volontariato e centri di ricerca. Si parla di tutte quelle istituzioni che svolgono opera volontaria e priva di alcun introito economico a favore della ricerca o di attività socialmente utili. Tali enti sono regolarmente registrati presso l’Agenzia delle Entrate e ricevono la somma di denaro attraverso la dichiarazione dei redditi. Nel modulo fiscale è presente uno specifico riquadro che permette di scegliere a chi donare la quota Irpef calcolata dallo Stato in base alla capacità reddituale.

Rispetto agli anni precedenti, nel 2017 ci sono delle novità importanti. Il primo cambiamento riguarda la domanda di iscrizione che le organizzazioni già registrate nel 2016 non dovranno più presentare gli anni successivi. Ogni anno il 31 Marzo l’elenco sarà aggiornato dall’Agenzia delle Entrate ed eventuali modifiche dovranno essere apportate entro la data del 20 Maggio.

Coloro i quali vogliono entrare a far parte dell’elenco per la prima volta, invece, devono fare apposita richiesta per via telematica entro la data del 7 Maggio attraverso i servizi Entratel o Fisconline o con l’intermediazione di Caf o commercialisti. Importante è prestare le dovute attenzioni ad ogni possibile cambiamento del legale rappresentante dell’associazione, perché in questi casi bisogna immediatamente presentare una nuova dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà con i nuovi dati. Chi perde i requisiti di partecipazione, inoltre, deve sottoscrivere una revoca dell’iscrizione entro la data del 30 Giugno.

Il secondo cambiamento riguarda gli adempimenti fiscali 2017 per gli enti beneficiari del 5 per mille, che devono presentare una rendicontazione delle somme incassate per documentare come sono state utilizzate. Tale verifica serve a stabilire se la somma è servita realmente per gli scopi indicati. In caso si accertasse che non è stato così entro 60 giorni la somma deve essere interamente restituita.

Come destinare l’8 per mille

Sin dal 1985 esiste la possibilità di destinare una quota delle percentuali della propria quota Irpef attraverso l’8 per mille. I beneficiari di queste somme sono lo Stato o le varie confessioni religiose. Nel dettaglio, le istituzioni sono: lo Stato, la Chiesa cattolica, l’Unione chiese Cristiane avventiste del settimo giorno, le Assemblee di Dio in Italia, l’Unione delle chiese metodiste e valdesi, la Chiesa Evangelica Luterana in Italia, l’Unione Comunità ebraiche italiane, l’Unione Buddhista, la Chiesa apostolica, la Sacra diocesi ortodossa d’Italia e l’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia.

A differenza del 5 per mille la distribuzione delle quote avviene attraverso una ripartizione tra i beneficiari che tiene conto di tutte le scelte fatte dai contribuenti. L’otto per mille del gettito fiscale di tutti coloro che si astengono dal fare una scelta è comunque suddiviso tra gli enti beneficiari sempre proporzionalmente alle scelte effettuate.

Come destinare il 2 per mille

Dal 2014 è possibile anche destinare il 2 per mille: la quota di imposta sui redditi soggetti IRPEF destinata ai partiti politici. La scelta si è poi ampliata nel 2016 aggiungendo all’elenco dei beneficiari finora soltanto politici anche le associazioni culturali. Questa novità ha permesso ai contribuenti di poter aiutare nella valorizzazione del territorio e della cultura e sono più di mille le associazioni che in tutto il territorio nazionale vi partecipano, consultabili sul sito del Ministero dei Beni Culturali. Nel primo caso, invece, si sceglie di finanziare i vari partiti politici presenti nell’elenco, anche se i dati statistici degli anni precedenti testimoniano che questa scelta è la meno frequente tra i contribuenti.

Come avviene per il 5 per mille e per l’8 per mille al momento di compilare i moduli fiscali per la dichiarazione dei redditi bisogna spuntare la casella indicante il nome preciso dell’associazione o partito a cui devolvere la propria percentuale d’imposta.

Ogni cittadino è libero di scegliere se destinare la sua quota al 5 per mille, all’ 8 per mille o al 2 per mille. Le scelte non sono esclusive e chi lo desidera può anche compilare tutti e tre i riquadri. L’unico vincolo riguarda il nome preciso dell’ente scelto, che deve essere soltanto uno per il 5 per mille, uno per l’8 per mille e uno per il 2 per mille. Si ribadisce che qualunque sia la scelta fatta non si paga alcuna tassa in più.

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